Balla coi numeri
Published sabato, novembre 19, 2005 by Blogger Culturale | E-mail this post
Giacomo Balla "Numeri innamorati" (1920)
Come si fa ad amministrare con giudizio un patrimonio se non si conosce la sua entità? Come si può gestire un bene se si ignora la sua esistenza?
Quanti sono i beni immobili e mobili che compongono il nostro patrimonio culturale? Cinque milioni? Dieci milioni?
Quanti sono i musei in Italia? Le chiese? I siti archeologici? Nessuno lo sa, nemmeno chi dovrebbe essere preposto a saperlo.
Il MiBAC, ossia il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, lo ignora totalmente, anzi ogni volta che viene interrogato fornisce dati completamente differenti.
Quanti sono i nuovi scavi archeologici in Italia nel 2005? 20, 30 50, tombola! Chiunque può sparare un numero a caso e tentare di indovinare.
Nei prossimi post vorrei parlarvi della difficoltà di conoscere una stima esatta del nostro patrimonio culturale, del caos numerico esistente e della disorganizzazione del MiBAC.
Ciao,
sono un'iscritta alla mailing list Musei-it; ho visto e letto il tuo blog e l'ho trovato interessante.
Ti segnalo il sito dell'associazione di cui faccio parte, curiamo un portale sul tipo di exibart; se vuoi e se il portale ti piace, potresti segnalarci nei tuoi link....
www.whipart.it
Auguri, ma se i numeri non li sa dare il MIBAC, diamoli noi: quelli
delle indagini di Daniela Primicerio, ad esempio, sui 3.554 Musei (se sono
aggiornato) e sulle 2.099 aree e siti archeologici (adesso saranno
qualcuna di più)...Saluti
Bello il tuo blog! Poi me lo guardo per bene, perché c'è parecchio da
leggere!
:-)
Interessante il tuo Blog, abbiamo pubblicato il Focus sulla Home di Artjob.it.
Auguri per il tuo progetto!
Bella idea.
I dati della Primicerio sono vecchi come il cucco.
Comunque, per la precisione, il MiBac ha contezza del numero di musei di sua competenza. Il problema (come sottolineava anche la Primicerio in diversi interventi) si pone invece con i musei delle regioni, degli enti locali e, ancor di più, con i musei privati o di privati senza fini di lucro. In questo ambito l'incertezza è enorme. Ci sono i musei delle università, i musei aziendali, quelli delle banche, i musei che fanno capo alla CEI e quant'altro. Il vero problema è che in Italia chiunque può aprire la propria soffitta e chiamarla museo perchè non esiste alcun obbligo rispetto a parametri, criteri, servizi da offrire al fruitore. Il Codice (ultimo atto legislativo in ordine di tempo) non ha accolto la definizione ICOM (grazie alla quale quattro quindi dei musei italiani avrebbero dovuto rinominarsi).