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Balla coi numeri


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Giacomo Balla "Numeri innamorati" (1920)

Come si fa ad amministrare con giudizio un patrimonio se non si conosce la sua entità? Come si può gestire un bene se si ignora la sua esistenza?
Quanti sono i beni immobili e mobili che compongono il nostro patrimonio culturale? Cinque milioni? Dieci milioni?
Quanti sono i musei in Italia? Le chiese? I siti archeologici? Nessuno lo sa, nemmeno chi dovrebbe essere preposto a saperlo.
Il MiBAC, ossia il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, lo ignora totalmente, anzi ogni volta che viene interrogato fornisce dati completamente differenti.
Quanti sono i nuovi scavi archeologici in Italia nel 2005? 20, 30 50, tombola! Chiunque può sparare un numero a caso e tentare di indovinare.

Nei prossimi post vorrei parlarvi della difficoltà di conoscere una stima esatta del nostro patrimonio culturale, del caos numerico esistente e della disorganizzazione del MiBAC.



6 Responses to “Balla coi numeri”

  1. Anonymous Anonimo 

    Ciao,

    sono un'iscritta alla mailing list Musei-it; ho visto e letto il tuo blog e l'ho trovato interessante.
    Ti segnalo il sito dell'associazione di cui faccio parte, curiamo un portale sul tipo di exibart; se vuoi e se il portale ti piace, potresti segnalarci nei tuoi link....

    www.whipart.it

  2. Anonymous Anonimo 

    Auguri, ma se i numeri non li sa dare il MIBAC, diamoli noi: quelli
    delle indagini di Daniela Primicerio, ad esempio, sui 3.554 Musei (se sono
    aggiornato) e sulle 2.099 aree e siti archeologici (adesso saranno
    qualcuna di più)...Saluti

  3. Anonymous Anonimo 

    Bello il tuo blog! Poi me lo guardo per bene, perché c'è parecchio da
    leggere!

    :-)

  4. Anonymous Anonimo 

    Interessante il tuo Blog, abbiamo pubblicato il Focus sulla Home di Artjob.it.
    Auguri per il tuo progetto!

  5. Anonymous Anonimo 

    Bella idea.

  6. Anonymous Anonimo 

    I dati della Primicerio sono vecchi come il cucco.
    Comunque, per la precisione, il MiBac ha contezza del numero di musei di sua competenza. Il problema (come sottolineava anche la Primicerio in diversi interventi) si pone invece con i musei delle regioni, degli enti locali e, ancor di più, con i musei privati o di privati senza fini di lucro. In questo ambito l'incertezza è enorme. Ci sono i musei delle università, i musei aziendali, quelli delle banche, i musei che fanno capo alla CEI e quant'altro. Il vero problema è che in Italia chiunque può aprire la propria soffitta e chiamarla museo perchè non esiste alcun obbligo rispetto a parametri, criteri, servizi da offrire al fruitore. Il Codice (ultimo atto legislativo in ordine di tempo) non ha accolto la definizione ICOM (grazie alla quale quattro quindi dei musei italiani avrebbero dovuto rinominarsi).

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Profilo

  • Nome: Blogger Culturale
  • Stato: Italia
  • Ho visitato il mio primo sito culturale all'età di 8 anni insieme ai miei genitori. Era il Colosseo e ne rimasi affascinato. Da allora non ho mai smesso di visitare monumenti. Ad un certo punto della mia vita ho deciso di trasformare questa mia passione in un lavoro. Mi sono iscritto ad un corso di laurea in management dei beni culturali laureandomi con il massimo dei voti. Da più di un anno lavoro nel settore culturale collezionando successi e delusioni. Essendo a contatto con diversi operatori mi sono fatto un'idea precisa. La gestione dei beni culturali, salvo pochi casi, versa in una condizione disastrosa. La mancanza di risorse, gli sprechi assurdi, le carenze organizzative e la presenza di persone incompetenti fanno si che il nostro patrimonio sia spesso mal gestito e sfruttato. In questo blog vorrei parlare liberamente di tutte le cose che non condivido e che avrei voglia di cambiare. Spero un giorno di poter essere un buon amministratore e di contribuire alla valorizzazione del nostro patrimonio o, per dirla alla maniera di P. Daverio, della nostra eredità culturale.
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