Il “Faccia a Faccia” tra Prodi e Berlusconi a parere di molti è stato noioso, freddo, asettico, e palloso. Per alcuni ha vinto ai punti Berlusconi, per altri il vincitore morale è stato Prodi, grazie al suo appello finale alla felicità e alla concertazione.
Ciascun candidato ha adottato una propria tattica.
Berlusconi è stato (simpaticamente) meno ligio alle regole del dibattito, più ragioniere e meno realista.
Prodi si è mostrato meno nervoso, più bonaccione, più realista, più attento al dialogo sociale.
Entrambi hanno badato al look, alla gestualità e ai messaggi non verbali.
I temi trattati sono stati vari: economia, immigrazione, quote rosa, mercato del lavoro, Iran, Iraq, conflitto d’interesse, tasse, cuneo fiscale (?), ecc..
La domanda che mi pongo è la seguente: perché nessuno dei due ha detto qualcosa in merito alla politica culturale?
Perché nessuno dei due ha detto cosa farà riguardo al FUS, ai restauri e alla catalogazione dei nostri Beni Culturali, alla trasformazione gestionale dei Musei, al riassetto delle Soprintendenze e agli investimenti in campo culturale?
Una politica che mira al rilancio dell’economia e allo sviluppo sociale non deve tener conto anche della cultura?
I territori e/o gli Stati non competono tra di loro anche con l’offerta culturale?
La cultura non contribuisce a migliorare la qualità della vita?
I musei,i monumenti i capolavori della pittura non sono l’espressione del nostro Made in Italy?
Spero che nel prossimo “Faccia a Faccia” i due Leaders dicano chiaramente quale politica culturale vogliono realizzare.