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Face to Face


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Il “Faccia a Faccia” tra Prodi e Berlusconi a parere di molti è stato noioso, freddo, asettico, e palloso. Per alcuni ha vinto ai punti Berlusconi, per altri il vincitore morale è stato Prodi, grazie al suo appello finale alla felicità e alla concertazione.

Ciascun candidato ha adottato una propria tattica.

Berlusconi è stato (simpaticamente) meno ligio alle regole del dibattito, più ragioniere e meno realista.

Prodi si è mostrato meno nervoso, più bonaccione, più realista, più attento al dialogo sociale.

Entrambi hanno badato al look, alla gestualità e ai messaggi non verbali.

I temi trattati sono stati vari: economia, immigrazione, quote rosa, mercato del lavoro, Iran, Iraq, conflitto d’interesse, tasse, cuneo fiscale (?), ecc..

La domanda che mi pongo è la seguente: perché nessuno dei due ha detto qualcosa in merito alla politica culturale?

Perché nessuno dei due ha detto cosa farà riguardo al FUS, ai restauri e alla catalogazione dei nostri Beni Culturali, alla trasformazione gestionale dei Musei, al riassetto delle Soprintendenze e agli investimenti in campo culturale?

Una politica che mira al rilancio dell’economia e allo sviluppo sociale non deve tener conto anche della cultura?

I territori e/o gli Stati non competono tra di loro anche con l’offerta culturale?

La cultura non contribuisce a migliorare la qualità della vita?

I musei,i monumenti i capolavori della pittura non sono l’espressione del nostro Made in Italy?

Spero che nel prossimo “Faccia a Faccia” i due Leaders dicano chiaramente quale politica culturale vogliono realizzare.


5 Responses to “Face to Face”

  1. Anonymous Anonimo 

    ma di questi tempi cosa vuoi che gliene freghi al ragioniere e al bonaccione della "politica culturale".

  2. Anonymous Anonimo 

    redo che sarà un'attesa vana...in un momento come questo ci si aspettano dai rispettivi lider "promesse", con viva speranza di realizzo, riguardo ad aumenti alle pensioni e agli stipendi.
    Soffro nel vedere la cultura messa sempre da parte in una sorta di "cantone" come se non avesse nessuna importanza né voce in capitolo, o come un giocatore in panchina, in attesa di sostituzione.
    E pensare che siamo indiscutibilmente la patria della cultura e dell'arte, in più disponiamo di infinite risorse in grado di creare lavoro e forza lavoro.
    Quale inutile inutilizzo!!!

  3. Anonymous Anonimo 

    l popolo "colto" è contro il potere.
    (mi pare di averla già sentita questa cosa)

  4. Anonymous Anonimo 

    E' una fortissima contraddizione.
    Si vocifera ai quattro venti che l'Italia manca di prodotto interno lordo, tanto è vero che importiamo dall'estero tonnellate di prodotti, di tutto, dall'automobile alle cipolle...
    Muoviamo l'arte!
    Noi abbiamo in Italia infinite risorse artistiche praticamente ferme e inutilizzate.
    Veramente è un gioco senza senso questo, l'arte, i musei, i siti storici..basterebbe muovere in modo intelligente e co-responsabile questo universo ricco e sepolto per produrre ricchezza e lavoro muovendo risorse e forza lavoro.
    Ma..al governo, questa gente, che ci sta a fare?

  5. Anonymous Anonimo 

    "Perché nessuno dei due ha detto cosa farà riguardo al FUS, ai restauri e alla catalogazione dei nostri Beni Culturali, alla trasformazione gestionale dei Musei, al riassetto delle Soprintendenze e agli investimenti in campo culturale?"

    son venditori.. o almeno ci provano...

    han fatto come chi prepara una vetrina di un negozio: "cosa piacerà di più al passante medio?" "quanti ne acchiappo se dico così?"

    non penso che qualsiasi cosa esca pubblicamente da quelle bocche vada oltre questo, come obiettivo...

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Profilo

  • Nome: Blogger Culturale
  • Stato: Italia
  • Ho visitato il mio primo sito culturale all'età di 8 anni insieme ai miei genitori. Era il Colosseo e ne rimasi affascinato. Da allora non ho mai smesso di visitare monumenti. Ad un certo punto della mia vita ho deciso di trasformare questa mia passione in un lavoro. Mi sono iscritto ad un corso di laurea in management dei beni culturali laureandomi con il massimo dei voti. Da più di un anno lavoro nel settore culturale collezionando successi e delusioni. Essendo a contatto con diversi operatori mi sono fatto un'idea precisa. La gestione dei beni culturali, salvo pochi casi, versa in una condizione disastrosa. La mancanza di risorse, gli sprechi assurdi, le carenze organizzative e la presenza di persone incompetenti fanno si che il nostro patrimonio sia spesso mal gestito e sfruttato. In questo blog vorrei parlare liberamente di tutte le cose che non condivido e che avrei voglia di cambiare. Spero un giorno di poter essere un buon amministratore e di contribuire alla valorizzazione del nostro patrimonio o, per dirla alla maniera di P. Daverio, della nostra eredità culturale.
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