Sarà per il caldo afoso, per le vacanze ormai vicine, per il particolare momento di passaggio da un governo all’altro, per la mancanza generale di stimoli e di voglia, ma ho l’impressione che il dibattito nazionale sul futuro dei beni culturali e sugli aspetti di tutela e di valorizzazione sia in un momento di stallo.
Ho avuto tale impressione leggendo la rassegna stampa di settore pubblicata giornalmente da patrimonio SOS e analizzando le modifiche appena apportate al Codice. Ho avuto la sensazione che si voglia cambiare tutto per non cambiare nulla rimescolando le carte. E’ la conclusione che ho tratto dal convegno in Art we Trust a cui hanno partecipato importanti esponenti del settore tra cui il Ministro, On. Francesco Rutelli.
Siamo in una situazione di stallo perché il dibattito sembra essere fermo ai temi di circa 10 anni fa, quando, appena emanata la legge Ronchey, si aveva paura che una apertura al privato potesse portare una svendita del patrimonio culturale e si pensava che i servizi aggiuntivi dovessero rimanere solo AGGIUNTIVI.
Nei prossimi post vorrei superare questa situazione di STALLO e dare un modesto contributo all’avanzamento della discussione generale.
guarda qui
http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=21583
Ciao Pippo,
ho letto l'articolo. E' sempre la stessa Minestra Riscaldata. Penso che ci voglia una svolta radicale e che in alcune fasi della Valorizzazione e della Gestione il Privato debba essere messo al pari del Pubblico, libero da lacci e lacciouoli.
Dare più fondi alle soprintendenze, ma per fare che? Per pagare i custodi fannulloni e parassiti? Per un aumento di fondi quantomeno ci vorrebbe un'autonomia finanziaria dei singoli musei e la possibilità di produrre un bilancio dove si spiega come vengono usati i soldi dei cittadini